1915-2015
Cento anni da quando l’A.L.F.A. viene rilevata dall’ingegner Nicola Romeo: un uomo del Sud mosso da idee imprenditoriali che si legano dapprima alla produzione bellica, al settore ferroviario, minerario, aeronautico e quindi automobilistico.
Dentro le vicissitudini della sua Alfa Romeo ci sono uomini e storie singolari, politica, azioni svalutate ed interessi bancari e forse quell’idea un po’ romantica di un uomo che nel potenziale di quest’azienda ha creduto dal primo momento.
Tra personalissimi successi e alterne vicissitudini industriali, la sua figura spicca e si erge a capo di un gruppo con diverse attività nel quale vengono incorporati gli stabilimenti del Portello e di Pomigliano d’Arco.
Il suo sogno dura un decennio: giusto il tempo di riconvertire l’A.L.F.A. alla produzione bellica per lo scoppio del primo conflitto mondiale e per vederla rivivere per una nuova rinascita carica di successi commerciali e sportivi.
Attorniato da uomini d’altri tempi: Ugo Stella, Giuseppe Merosi e Vittorio Jano al suo fianco fino all’ingresso del Marchio nell’orbita statale della gestione Gobbato.
La sua Alfa entra nella leggenda del mondo dei motori con piloti come Ascari, Campari, Sivocci, Wagner, Ferrari e Nuvolari: tutti artefici del successo di quel Marchio nato un po’ casualmente, unendo i gradevolissimi simboli araldici della milanesità viscontea.